La legge Serpieri ha compiuto 100 anni
Quest’anno ricorrono cento anni dalla promulgazione della Legge forestale del 1923 e novanta da quella sulla bonifica integrale, entrambe pensate, scritte e fatte approvare da Arrigo Serpieri, economista rurale, come Lui stesso amava definirsi. (G. Corrado)
Il R.D.L. 30 dicembre 1923, n. 3267, concernente il “Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani”, noto come “Legge Serpieri”, costituisce tutt’oggi il perno di riferimento della normativa in materia di foreste e terreni montani. Con questo provvedimento furono poste le basi per la protezione e la conservazione delle foreste italiane. La situazione delle foreste italiane nei decenni post unitari era drammatica, sia in termini di superficie che di degrado dei soprassuoli. Le numerose azioni positive previste dalla “Legge Serpieri”, concretizzatesi con l’azione dello Stato e successivamente al trasferimento delle competenze in materia alle regioni (DPR n. 616/1977) da quest’ultime, hanno determinato l’auspicato risultato dell’aumento delle superfici boscate e della progressiva ricostituzione dei soprassuoli.
Il prezioso lavoro di ricostruzione fotografica operato dal Comando regione dell’Arma dei Carabinieri forestale, consente di apprezzare a pieno alcuni esempi dei notevoli risultati raggiunti anche in Umbria.
Si ringrazia inoltre il dott. Giorgio Corrado, già primo dirigente del Corpo forestale dello Stato, per il prezioso contribuito dato nel delineare la figura di Arrigo Serpieri e nel sintetizzare efficacemente gli obiettivi ed il contenuto del R.D.L. n. 3267/1923.
“La sistemazione della montagna, al doppio fine di rallentare il corso delle acque selvaggiamente scorrenti […] difendendo le pendici contro la loro erosione, sta al centro dell’opera umanamente possibile per prevenire gravi catastrofi. Diciamo la sistemazione della montagna; non semplicemente il rimboschimento. È ben vero che il manto boschivo sulle pendici montane è il più efficace mezzo per conseguire il doppio fine indicato; ma è del pari vero che non è possibile meglio difendere ed estendere i boschi – il che è senza dubbio necessario – se non ponendo simultaneamente i montanari in condizione di vivere men peggio della loro agricoltura e della loro pastorizia; ciò che oggi, per progressi e tecnica, è ben possibile”
A. Serpieri, 1951