Negli ultimi decenni le emissioni in atmosfera sono profondamente mutate con la modifica dei combustibili per autotrazione, con il cambiamento del parco macchine nazionale e con i diversi combustibili utilizzati per il riscaldamento domestico.
Per quanto riguarda il trasporto si è passati dall'utilizzo di carburanti con emissioni di piombo, oltre ai prodotti classici della combustione dei derivati del petrolio caratterizzati da elevate concentrazioni di Biossido di zolfo, particolato (PM10, PM2,5), ossidi di azoto (NOx) e monossido di carbonio (CO), a dei carburanti "verdi" che contengono più benzene (sostanza aromatica) oltre a monossido di carbonio e particolato polveri fini e ossido di azoto.
Per il riscaldamento domestico si sono sostituite le vecchie caldaie a gasolio, che producevano molti ossidi di zolfo, con le caldaie a metano che invece non ne producono ma continuano produrre ossidi di azoto e monossido di carbonio.
Si stima che nel periodo invernale nel territorio regionale vengano immesse in atmosfera diverse tonnellate al giorno di polveri fini (PM10, PM2,5) in conseguenza della combustione della legna e dei suoi derivati (pellets....) utilizzati per il riscaldamento domestico.
Se alle elevate immissioni in atmosfera (riscaldamento, trasporti, attività produttive) si sommano condizioni meteo sfavorevoli alla loro dispersione si ha come conseguenza il superamento dei limiti di concentrazioni di inquinanti in prossimità del suolo, in particolare delle polveri fini.
Nei processi di combustione si ha anche una produzione di ossidi di azoto: tra questi, il biossido di azoto (NO2) è il composto che viene monitorato dalle centraline per la qualità dell'aria.
L'inquinamento atmosferico è naturalmente più problematico nei punti dove si sommano gli effetti dovuti al riscaldamento domestico, il traffico veicolare e le attività produttive e nel territorio regionale, come in altre parti in Italia, questi punti coincidono con i maggiori centri urbani.
Seppure la problematica dell'inquinamento atmosferico sia più sentita nel periodo invernale, in estate nei centri urbani si ha un incremento dell'ozono e dello smog fotochimico che hanno origine dal traffico veicolare, dalle alte temperature e dai raggi solari che facilitano determinate reazioni chimiche.
Nella regione Umbria la qualità dell'aria è costantemente misurata dalle stazioni fisse (centraline) di monitoraggio distribuite in tutto il suo territorio. Il quotidiano monitoraggio ha messo in evidenza che l'inquinante più critico sono le polveri fini in alcune aree di superamento ed in particolare nella zona della Conca Ternana.