I servizi idrici sono organizzati sulla base degli ambiti territoriali ottimali definiti dalle Regioni per migliorare la gestione del servizio idrico integrato, assicurandone comunque lo svolgimento secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità.
Con la legge regionale 17 maggio 2013, n. 11 "Norme di organizzazione territoriale del servizio idrico integrato e del servizio di gestione integrata dei rifiuti e soppressione degli Ambiti territoriali integrati", la Regione ha individuato l'intero territorio regionale come ambito territoriale ottimale e, conseguentemente, ha soppresso i quattro ATI esistenti ed ha conferito le funzioni in materia di risorse idriche e rifiuti ad un unico soggetto, Autorità Umbra per i Rifiuti e le Risorse idriche (AURI), cui partecipano i Comuni della Regione.
La scelta regionale, che tiene conto anche dello spirito referendario di acqua come bene pubblico , va nella direzione della semplificazione e riorganizzazione, con l'intento di ridurre i costi di funzionamento a vantaggio del contenimento delle tariffe.
Di conseguenza, è prevista la costituzione di un'unica struttura regionale in modo da avere maggiori economie di scala e rendere omogenee le tariffe e l'efficienza del servizio.
L'obiettivo è anche quello di agevolare il percorso necessario per arrivare verso gestioni uniche per acqua e rifiuti.
L'AURI prevede un'Assemblea composta dai sindaci di tutti i Comuni umbri o da loro delegati, che eleggerà il Consiglio direttivo, composto esclusivamente da sindaci e il presidente.
Nell'ottica del contenimento dei costi pubblici, nessun compenso è previsto per i componenti degli organi direttivi; inoltre, l'AURI non può procedere ad assunzioni di personale, né a tempo indeterminato né a tempo determinato.
Il Consiglio direttivo provvede alla predisposizione e alla proposta degli atti fondamentali da sottoporre all'Assemblea.
L'AURI ha un proprio statuto e un regolamento di organizzazione; lo Statuto può prevedere un numero massimo di componenti del Consiglio direttivo, dove sarà garantita la presenza dei Comuni di Perugia e Terni accanto a Comuni più piccoli, e deve prevedere forme di consultazione con la Consulta per il servizio idrico e di gestione dei rifiuti in rappresentanza degli interessi degli utenti dei servizi, anche ai fini del controllo della qualità del servizio idrico integrato e del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani.