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Relazione sul Decennio digitale dell’UE tra progressi e insidie

Il 2 luglio 2024, la Commissione europea ha pubblicato l'ultima scheda di valutazione dei progressi digitali dell'Europa, e si viene a delineare un bilancio contrastante. Mentre ci avviciniamo agli obiettivi digitali per il 2030 fissati dal Digital Decade Policy Programme (DDPP), il rapporto “State of the Digital Decade” di quest'anno ci fa un bilancio della realtà.

Quest'anno, per la prima volta, la relazione è accompagnata da un'analisi delle tabelle di marcia strategiche nazionali del Decennio digitale presentate dagli Stati membri, che descrivono dettagliatamente le misure, le azioni e i finanziamenti previsti per contribuire alla trasformazione digitale dell'UE.

L'analisi della Commissione mostra che, nello scenario attuale, gli sforzi collettivi degli Stati membri non saranno all'altezza delle ambizioni dell'UE. Le lacune individuate comprendono la necessità di ulteriori investimenti, sia a livello UE che nazionale, in particolare nei settori delle competenze digitali, della connettività di alta qualità, dell'adozione dell'intelligenza artificiale e dell'analisi dei dati da parte delle imprese, della produzione di semiconduttori e dell’avvio su ecosistemi. Sia l'UE che gli Stati membri hanno un ruolo fondamentale da svolgere nell'applicazione del nuovo quadro giuridico infatti devono agire per promuovere la diffusione delle tecnologie digitali e garantire che i cittadini siano dotati di competenze digitali adeguate per beneficiare pienamente della trasformazione digitale. Per questo motivo la relazione di quest'anno chiede che gli Stati membri siano più ambiziosi, in quanto il raggiungimento degli obiettivi del Decennio digitale in materia di infrastrutture digitali, imprese, competenze e servizi pubblici è fondamentale per la futura prosperità economica e coesione sociale dell'UE.

In tale contesto, la Commissione ha anche aggiornato le raccomandazioni specifiche per paese e trasversali per ogni Stato membro dell'UE per colmare le lacune individuate. Il risultato principale riscontrato è il fatto che si ha bisogno di maggiori investimenti in competenze digitali, connettività di alto livello, IA e un solido ecosistema di startup. 

L’UE, in questi termini, non si limita a lanciare l'allarme, ma si mobilita per l’azione infatti la Commissione sta spingendo gli Stati membri a potenziare i loro piani di gioco, sostenuti da ingenti finanziamenti attraverso lo Strumento di ripresa e resilienza e altri importanti canali finanziari. I punti cardine della relazione sono i seguenti: 

 

Infrastrutture e imprese digitali:

L'adozione e lo sviluppo di tecnologie innovative sono un punto cardine per la competitività dell'Europa, in particolare nell'attuale panorama geopolitico e a causa delle crescenti minacce alla sicurezza informatica, che richiedono maggiore resilienza. Il rapporto evidenzia che l'UE è lontano dal raggiungimento gli obiettivi di connettività fissati dal DDPP. Le reti 5G di alta qualità oggi raggiungono solo il 50% del territorio dell'UE e le loro prestazioni sono ancora insufficienti per fornire servizi 5G avanzati. Per affrontare queste sfide, gli Stati membri e la Commissione dovrebbero collaborare per promuovere un mercato unico digitale veramente funzionale. Inoltre, per conseguire la digitalizzazione del settore delle imprese, bisogna attivarsi per incentivare l'adozione di strumenti digitali innovativi da parte delle PMI, in particolare il cloud e l'IA, nonché mobilitare ulteriori investimenti privati nelle startup in crescita. Un'altra grande sfida è la limitata diffusione delle tecnologie digitali al di là delle grandi città. Per affrontare questo divario digitale, è fondamentale promuovere la cooperazione tra gli attori europei a livello transfrontaliero e locale, ad esempio attraverso progetti multinazionali, European Digital Innovation Hub (EDH) e European Digital Infrastructure Consortia (EDIC). Una serie di successi sono stati raggiunti dallo scorso anno in questo senso, con tre EDIC istituiti entro la fine di maggio 2024.

 

Competenze digitali e servizi pubblici: 

Mettere le persone al centro della trasformazione digitale è al centro del decennio digitale e del primo principio della Dichiarazione sui diritti e i principi digitali. Attualmente, gli obiettivi in materia di competenze digitali fissati dal decennio digitale sono anch’essi lontani con solo il 55,6% della popolazione dell'UE che possiede almeno competenze digitali di base. Secondo la tendenza attuale, il numero di specialisti in ICT nell'UE sarà di circa 12 milioni nel 2030, con un persistente squilibrio di genere. Per raggiungere gli obiettivi, gli Stati membri dovrebbero adottare un approccio multiforme per promuovere le competenze digitali a tutti i livelli di istruzione e incentivare i giovani, in particolare le ragazze, a interessarsi alle discipline STEM. Gli Stati membri stanno progredendo verso l'obiettivo di rendere tutti i servizi pubblici chiave e le cartelle cliniche elettroniche accessibili ai cittadini e alle imprese on-line, nonché di fornire loro un'identificazione elettronica sicura (Eid). Nonostante l'adozione disomogenea da parte degli Stati membri, l'ID è attualmente disponibile per il 93% della popolazione dell'UE e il Portafoglio Identità Digitale dell'UE dovrebbe incentivarne l'uso. Tuttavia, in uno scenario business-as-usual, raggiungere il 100% dei servizi pubblici digitali per i cittadini e le imprese entro il 2030 rimane una sfida.

 

Quali saranno i passi successivi?

Gli Stati membri dovranno rivedere e adeguare le rispettive tabelle di marcia nazionali per allinearsi al programma politico del decennio digitale entro il 2 dicembre 2024. Come indicato nel DDPP, la Commissione controllerà e valuterà l'attuazione di tali raccomandazioni e riferirà sui progressi compiuti nella prossima relazione sullo stato del decennio digitale, nel 2025.


Gabriella Ceccarelli Regione Umbria - Sede di Bruxelles
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