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Perugia, 28 mar. 023 – Un percorso di circa sette chilometri a quattro corsie, di cui 2,242 chilometri in galleria, in prevalenza naturale, progettato in modo da garantire una riduzione del consumo del suolo e che ha nel paesaggio e nel miglioramento architettonico e ambientale il suo elemento conduttore, che ridurrà del 20% il traffico dei veicoli leggeri (8700 veicoli in meno al giorno, corrispondenti a una fila di 43 chilometri) e del 44% quello dei veicoli pesanti (1600 autotreni al giorno, corrispondenti a 20 chilometri se messi in fila) nell’area di Collestrada (questi dati sono stati confermati dal capo dipartimento Anas Umbria, ingegner Lamberto Nicola Nibbi, ndr).
Sono questi in sintesi gli elementi principali del tratto Madonna del Piano-Collestrada, I stralcio del Nodo stradale di Perugia, il cui progetto definitivo è stato illustrato nel dettaglio questo pomeriggio nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Donini. Un incontro, con i giornalisti e i rappresentanti di istituzioni e associazioni di categoria fortemente voluto dall’assessore regionale alle Infrastrutture Enrico Melasecche per fare chiarezza su tutti gli spetti inerenti il progetto. Ad illustrarne gli elementi principali, soluzioni e metodologie individuate, aggiornamenti rispetto al progetto preliminare in coerenza con le normative in vigore e la volontà di “una costante ricerca fra l’infrastruttura e la tutela ambientale” sono stati l’ingegner Lamberto Nicola Nibbi, Capo Compartimento Anas Umbria, l’ingegenr Alessandro Micheli, Rup (responsabile unico del procedimento ) dell’intervento “Nodo stradale di Perugia” e l’architetto Marco Colazza, responsabile progettazione Anas dell’intervento stesso. Presenti anche i progettisti della Cooprogetti di Gubbio.
“È un primo risultato fondamentale – ha sottolineato l’assessore Melasecche – per il quale abbiamo cominciato a lavorare, insieme alla presidente Tesei, fin da subito il nostro insediamento, ponendoci l’obiettivo di risolvere il problema dei problemi per quanto riguarda il traffico sulle nostre arterie stradali. Occorreva coraggio, decisione, impegno, professionalità e l’abbiamo trovata in Anas e nei progettisti, tanto che oggi siamo a presentare ufficialmente un progetto il cui cantiere contiamo possa essere avviato entro la fine di questa legislatura e che consentirà un miglioramento decisivo nei collegamenti di una zona e di un centro abitato che non può più vivere il dramma attuale in termini di inquinamento, perdita di ore di lavoro, disagi”.
“Abbiamo ottenuto un finanziamento di 10,5 milioni per la progettazione e avuto ripetuti incontri con il Ministero delle Infrastrutture in cui abbiamo sottoposto la necessità del finanziamento di 480 milioni di euro necessari. Un importo che sarebbe stato di un terzo e non ci troveremmo a questo punto se le precedenti amministrazioni avessero inserito il progetto del Nodo nel Contratto di programma. L’interlocuzione con il Governo continua - ha aggiunto – su questo e anche per il potenziamento delle altre infrastrutture stradali e ferroviarie. E abbiamo conseguito anche un altro importante risultato, la revisione del progetto del II stralcio, fra Madonna del Piano e l’ospedale Santa Maria della Misericordia, così da creare una circonvallazione del capoluogo, liberando il traffico dalle gallerie sul raccordo Perugia-Bettolle”.
“Per il Nodino – ha detto ancora – attraverso questo progetto, notevolmente migliorato rispetto al precedente, è stata individuata la soluzione meno impattante. Sono state rispettate tutte le prescrizioni previste nella VIA già riconosciuta a suo tempo. Per gli accorgimenti di tutela ambientale, gli interventi di forestazione e rinaturalizzazione, questa opera - ha sottolineato - ê stata definita da Anas 'strada di paesaggio'. Come si fa parlare di consumo di suolo dell’opera, quando in alternativa si prospetta una bretella di venti chilometri, pari al triplo di quella progettata? Il nostro disegno strategico è quello di dare all’Umbria soluzioni ambientalmente corrette nell’affrontare e risolvere problemi che sono ben noti da anni e su cui è indispensabile intervenire”.
I responsabili del procedimento e del progetto Anas, ingegner Micheli e architetto Colazza, hanno messo in evidenza fra l’altro gli obiettivi dell’intervento: potenziamento del sistema infrastrutturale viario; separazione dei traffici locali da quelli nazionali; miglioramento della funzionalità stradale, con riduzione dei percorsi di circa 3 km per i traffici passanti; riduzione dei livelli di incidentalità; ridistribuzione dei flussi di traffico su un sistema di arterie più sicuro; spostamento dei mezzi pesanti sul nuovo asse stradale;
Accanto a questi obiettivi specifici, hanno detto, si conseguiranno contestualmente gli obiettivi di miglioramento ambientale del sistema urbano perugino in generale e di quelli di Ponte S. Giovanni (20.000 abitanti), in particolare, nonché il miglioramento del sistema di relazioni est-ovest e, soprattutto, nord-sud del Paese. Il progetto, rispetto al preliminare, è stato migliorato in ambito ambientale cercando l’equilibrio tra realizzazione dell’opera e la tutela ambientale. Fra i vari aspetti presi in considerazione, l’esclusione assoluta dell’utilizzo di esplosivi per la costruzione della galleria naturale, il rispetto e la valorizzazione del bosco a farnetto e del borgo di Collestrada. Da parte di Anas espressa la disponibilità di valutare richieste relative al miglioramento della collocazione dei cantieri rispetto a quella ora prevista.
Circa 6 anni mezzo dall’avvio del cantiere i tempi stimati per l’esecuzione dei lavori del I stralcio del Nodo.
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