Parco Nazionale dei Sibillini Umbria/Marche |
Parco regionale di Colfiorito Comune di Foligno Superficie: 338 ha |
Parco regionale del Monte Cucco Comuni di Costacciaro, Fossato di Vico, Scheggia-Pascelupo, Sigillo |
Parco regionale del Monte Subasio Comuni di Assisi, Spello, Valtopina, Nocera, Umbra |
Comuni di Castiglione del Lago, Magione, Passignano, Tuoro, Panicale |
Parco regionale del Fiume Tevere Comuni di Baschi, Orvieto, Montecchio, Guardea, Alviano, Todi, Monte Castello di Vibio Superficie: 7.295 ha |
Comuni di Terni, Montefranco, Arrone, Ferentillo Superficie: 2.120 ha |
S.T.I.N.A. Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico Ambientale (S.T.I.N.A.) Comuni di Allerona, Ficulle, Parrano, San Venanzo, Orvieto, Castelviscardo, Montegabbione, Fabro, Todi Superficie complessiva: 44.270 ha |
Parco nazionale dei Monti Sibillini
Scarica il suo Ecomanuale per la pratica sportiva sostenibile
Il Parco Nazionale dei Sibillini, istituito nel 1993, si trova a cavallo tra l'Umbria e le Marche nella parte orientale della regione. Il Parco oggi è un'area protetta di 70.000 ettari, che comprende gran parte della catena montuosa dei monti Sibillini: sistema dell'Appennino centrale con vette che raggiungono circa i 2500 m di altezza con il Monte Vettore.
E' costituito da un versante orientale della dorsale appenninica, caratterizzato da valli strette e orientate a nord, e una parte occidentale segnate dalle tipiche depressioni dell'alta quota, denominate Piani di Castelluccio, innevate d'inverno e con suggestive fioriture in primavera.
Il parco presenta un ricchissima biocenosi con specie animali e vegetali di elevato interesse naturalistico e protette da specifiche Direttive della Comunità europea.
Per saperne di più vai nel sito dei PARCHIATTIVI o nel sito www.sibillini.net
Parco regionale di Colfiorito
DOCUMENTI V.A.S. : Studi tematici propedeutici alla redazione del Piano di gestione dell'Area Protetta (aggiornati al 10/10/2015).
Approvazione del Rapporto Preliminare del Parco regionale di Colfiorito D.G.R. n. 1494/2014
Allegato alla D.G.R. n. 1494/2014
Cartografia: Colfiorito_zoning vigente (26,3Mb) -Colfiorito_zoning_proposta (26,3Mb) -Colfiorito_proposta1_areacontigua (28,9Mb) - Colfiorito_proposta2_areacontigua (26,2Mb)
Territorio: Analisi Territoriale
Analisi Socio-Economica: PPES
Aspetti Faunistici e Vegetazionali: Vegetazione - Mammiferi - Uccelli - Anfibi_Rettili_Pesci_Invertebrati
Aspetti e risorse idriche: Relazione sistema idraulico - Allegato comune - Allegato Colfiorito
Marketing e Comunicazione: Piano Marketing - Schede interventi marketing comuni - Schede interventi marketing colfiorito
Azioni per la gestione del cinghiale:
Piano di gestione cinghiale Parte I - Allegati Parte I: 1 - 2 - 3 - 4 - 5
Piano di gestione cinghiale Parte II - Allegati Parte II: 1 - 2 - 3 - 4
AVVISO PUBBLICO per la costituzione della Comunità del Parco: Avviso pubblico
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Uno sterminato altopiano con al centro elementi di eccezionale valore: la palude omonima dichiarata patrimonio dell'umanità dalla Convenzione di Ramsar; il monte Orve ed il suo castelliere preistorico; le testimonianze archeologiche della città romana di Plestia. Il paesaggio intatto dei piani carsici e dei colli è quello, immutato della storia delle civiltà agricolo-pastorali dell'Appennino. Si segnalano emergenze faunistiche di elevato valore nazionale, come la presenza del Tarabuso nidificante ed un consistente dormitorio di rondini.
Il Parco di Colfiorito è compreso nel comparto dell'Appennino centro-occidentale, all'interno di un complesso di conche tettonico-carsiche pianeggianti e di grande estensione, compreso tra Umbria e Marche, denominato Altipiani di Colfiorito.
L'altipiano è composto da 7 conche che costituiscono il fondo di antichi bacini lacustri, prosciugatisi sia naturalmente che per opera dell'uomo.
La Palude di Colfiorito è l'entità più significativa: ha forma tondeggiante, superficie di circa ha 100 con fitta vegetazione acquatica. La Palude è stata dichiarata di interesse internazionale dalla convenzione di Ramsar per le caratteristiche della sua torbiera, per la ricchezza di specie vegetali e quale habitat eccellente per l'avifauna.
Il sistema dei piani è racchiuso dalle dorsali calcaree, scandito da sistemi collinari e gli Altipiani di Colfiorito segnano un grande cambiamento del paesaggio che, da scosceso ed aspro, diviene dolce e ondulato. Intorno ai piani carsici, in cima ai colli, sono i "castellieri", modello insediativo predominante dalla fine del X secolo a.C. fino alla conquista romana. Tra tutti i castellieri è compreso nel Parco quello di Monte Orve e, oltre all'abitato di Colfiorito, sono interni all'Area Naturale Protetta i resti dell'antica città di Plestia.
Il territorio degli altipiani è utilizzato, oltre che per le coltivazioni tradizionali dei cereali e dei foraggi, soprattutto per quelle delle lenticchie e delle patate rosse.
La popolazione dell'area di gravitazione diretta del Parco è di circa 5.000 abitanti.
Ancora sul territorio gravitante sul Parco sono insediati caseifici che trasformano il latte localmente prodotto in formaggi e ricotta di alta qualità.
Il centro urbano di Colfiorito offre un buon livello di strutture ricreative e ricettive.
Per ulteriori info vai alla pagina dedicata nel sito PARCHIATTIVI
Parco regionale del Monte Cucco
DOCUMENTI V.A.S. Studi tematici propedeutici alla redazione del Piano di gestione dell'Area Protetta (aggiornati al 31/10/2015).
Approvazione del Rapporto Preliminare del Parco regionale del Monte Cucco D.G.R. n. 1497/2014
Allegato alla D.G.R. n. 1497/2014
Cartografia: Monte Cucco_zoning vigente (32,4 Mb) - Monte Cucco zoning_proposta (32,4 Mb)
Territorio: Analisi Territoriale
Aspetti Faunistici e Vegetazionali: Vegetazione - Mammiferi - Uccelli - Anfibi_Rettili_Pesci_Invertebrati
Analisi Socio-Economica: PPES
Marketing e Comunicazione: Piano Marketing - Schede interventi marketing comuni - Schede interventi marketing Cucco
Azioni per la gestione del cinghiale:
Piano di gestione cinghiale Parte I - Allegati Parte I: 1 - 2 - 3 - 4 - 5
Piano di gestione cinghiale Parte II - Allegati Parte II: 1 - 2 - 3 - 4
AVVISO PUBBLICO per la costituzione della Comunità del Parco: Avviso pubblico
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Sistema montano appenninico su cui svetta il Monte Cucco (m. 1566) il cui versante umbro scende fino alla via Flaminia, di cui sono conservate importanti testimonianze del percorso romano. E' "il ventre degli Appennini" con un complesso sistema ipogeo, fenomeni di carsismo, acque sotterranee i cui punti di risorgiva alimentano acquedotti civili, fonti minerali e confluiscono nel fiume Sentino. Abbondanti i fossili e i boschi intatti.
Il Parco del Monte Cucco comprende il territorio della Regione Umbria posto al confine nord-est, delimitato dal crinale dei monti Appennini su cui svetta il Cucco (metri 1.566), dal percorso storico della Via Flaminia, dai fiumi Sentino e Chiascio.
La popolazione residente nel Parco non raggiunge i 7. 000 abitanti. Nella zona montana l'attività dell'uomo è indirizzata esclusivamente alla conduzione dei boschi e alla gestione dei pascoli. Il fondo valle é gestito in gran parte a seminativo ma non con colture intensive.
Sono presenti nel territorio dei Comuni del Parco numerose attività artigianali e manifatturiere di piccole dimensioni nonché imprese ricettive e di ristorazione che, insieme all'elevato livello dei servizi, assicurano una gradevole fruizione del Parco. Le città più importanti, per grandezza e patrimonio culturale, che fanno da sfondo al territorio del Cucco, sono: Gubbio a nord e Gualdo Tadino a sud.
E' il Parco delle acque sotterranee e delle fonti minerali, dei corsi d'acqua incontaminati, delle grandi faggete intatte, delle grotte carsiche non violabili dalla frequentazione di massa.
E' il Parco in cui vivono il lupo e l'aquila reale.
E' il Parco caratterizzato dai centri storici minori ma ricchi di testimonianze culturali ed artistiche; da numerosi e suggestivi eremi benedettini. "L'alta qualità " che il Parco del Monte Cucco esprime, lo rende luogo ideale per la pratica dello sport in montagna: il volo a vela, la speleologia, lo sci di fondo, il trekking.
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Parco regionale del Monte Subasio
DOCUMENTI V.A.S. Studi tematici propedeutici alla redazione del Piano di gestione dell'Area Protetta (aggiornati al 31/10/2015).
Approvazione del Rapporto Preliminare del Parco regionale del Monte Subasio D.G.R. n. 1500/2014
Allegato alla D.G.R. n. 1500/2014
Cartografia: Monte Subasio_zoning vigente (23,1 Mb) - Monte Subasio zoning_proposta (23,1 Mb)
Territorio: Analisi Territoriale
Aspetti Faunistici e Vegetazionali: Vegetazione - Mammiferi - Uccelli - Anfibi_Rettili_Pesci_Invertebrati
Analisi Socio-Economica: PPES
Marketing e Comunicazione: Piano Marketing - Schede interventi marketing comuni - Schede interventi marketing Subasio
Azioni per la gestione del cinghiale:
Piano di gestione cinghiale Parte I - Allegati Parte I: 1 - 2 - 3 - 4 - 5
Piano di gestione cinghiale Parte II - Allegati Parte II: 1 - 2 - 3 - 4
AVVISO PUBBLICO per la costituzione della Comunità del Parco: Avviso pubblico
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L'ambiente "mistico" al centro della Valle Umbra, sede del francescanesimo. Il Monte separa e insieme collega, come cornice naturale, i centri storici di Assisi, Spello e Nocera Umbra quale elemento unificante del paesaggio. Storia, natura e cultura si fondono nel Subasio ed Assisi, il cui nucleo storico è nel Parco, che ne costituisce la porta naturale.
Il Parco è costituito dal sistema montano che prende il nome dal monte omonimo, forse il più famoso dell'Umbria, che sorge quasi isolato all'estremità meridionale della catena limitando, a nord, la Valle Umbra e dominandone dai suoi 1290 metri di altezza l'ampio paesaggio vallivo e collinare.
Il Subasio è il "Monte de Assisio" perché Assisi e il suo monte vivono reciprocamente in una sorta di simbiosi che si tramanda sin dall'antichità e che, attraverso i secoli, si è rafforzata e radicata.
L'intero centro storico di Assisi è compreso nel Parco e ne caratterizza le valenze naturali e storico-culturali, tanto che l'Area Naturale Protetta potrebbe chiamarsi, indifferentemente "Parco di Assisi".
La città è costruita con la pietra rosa tratta dal suo monte ed il Subasio ha un equilibrio geomorfologico e una valenza faunistica e vegetazionale determinata, in primo luogo, dall'essere il monte da cui Assisi traeva ogni sua risorsa: dai materiali lapidei ai legnami ai prodotti del pascolo.
Il Subasio, sin dal X sec. A.C., ha assunto carattere di sacralità e misticismo per le popolazioni umbre e questi elementi di spiritualità si sono rafforzati e caratterizzati con San Francesco e le presenze del suo ordine monastico. Il Cantico delle Creature è straordinario documento di ammirazione e di amore per la natura e il Monte Subasio, con i possibili riferimenti al Cantico, è anche il luogo più adatto a costituire un Parco Letterario a cui possono far da guida i versi del santo fraticello di Assisi.
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Parco regionale del Lago Trasimeno
DOCUMENTI V.A.S. : Studi tematici propedeutici alla redazione del Piano di gestione dell'Area Protetta (aggiornati al 10/10/2015).
Approvazione del Rapporto Preliminare del Parco regionale del Lago Trasimeno D.G.R. n. 1502/2014
Allegato alla D.G.R. n. 1502/2014
Cartografia: Trasimeno_zoning vigente (35,2Mb) -Trasimeno_zoning_proposta (33,2Mb)
Territorio: Analisi Territoriale
Aspetti Faunistici e Vegetazionali: Vegetazione - Mammiferi - Uccelli - Anfibi_Rettili_Pesci_Invertebrati
Aspetti e risorse idriche: Relazione sistema idraulico - Allegato comune - Allegato Trasimeno
Analisi Socio-Economica: PPES
Marketing e Comunicazione: Piano Marketing - Schede interventi marketing comuni - Schede interventi marketing Trasimeno
Azioni per la gestione del cinghiale:
Piano di gestione cinghiale Parte I - Allegati Parte I: 1 - 2 - 3 - 4 - 5
Piano di gestione cinghiale Parte II - Allegati Parte II: 1 - 2 - 3 - 4
AVVISO PUBBLICO per la costituzione della Comunità del Parco: Avviso pubblico
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Quadro lacustre e collinare con le attività antropiche che gli sono proprie ed insieme insostituibile zona di sosta per l'avifauna migratoria E' il paesaggio storico inconfondibile riprodotto nelle tavole di tanti maestri pittori del secolo XV. La salvaguardia del suo delicato equilibrio idrologico e biologico ha imposto da sempre l'intervento dell'uomo, necessario ancora oggi, per la salvezza della risorsa. Comprende tre isole: l'isola Polvese, che è utilizzata come centro per la didattica ambientale sede di un'importante scuola di vela; l'isola Maggiore, in cui è presente un grazioso borgo di pescatori, risalente al '400 e l'isola Minore, di proprietà privata.
Il Parco è lo strumento per tutelare e valorizzare il Lago Trasimeno. Il maggiore dell'Italia peninsulare che, con la sua superficie di 128km/q, è di poco inferiore al Lago di Como.
Oltre allo specchio d'acqua è compreso nel Parco tutto il sistema spondale che lo circonda ivi compresi i centri storici minori e maggiori come quelli di Castiglione del Lago e di Passignano.
Il Trasimeno è stato storicamente chiamato "il lago di Perugia" e questa definizione fa ben comprendere l'importanza che il bacino lacuale ha sempre avuto ed ha per tutta l'Umbria nord-occidentale e per il territorio della Chiana toscana.
La massima presenza di visitatori si verifica nei mesi estivi, per finalità turistiche e ricreative, ed in tale occasione il turismo domenicale è alimentato da stranieri, da residenti di gran parte della provincia di Perugia, dei comuni della Chiana toscana fino ad Arezzo. In tali occasioni sono state stimate punte di presenza di visitatori di 30.000 unità oltre agli abitanti della struttura urbana circumlacuale. Sommando questo dato a quelli ricorrenti sulla crisi del livello e quantità delle acque del Trasimeno provocati dalle precipitazioni annuali inferiori alla media regionale, alla mancanza di veri immissari al bacino idrografico esteso a poco più del doppio della superficie del lago, balza in tutta evidenza come sia necessario difendere il Trasimeno da pressioni antropiche permanenti e sproporzionate, da attività produttive con elevato consumo di acqua e come sia necessario eliminare ogni fonte inquinante per un corpo idrico esteso in superficie, ma dalla scarsa profondità variabile dai 3 ai 6 metri.
Il lago Trasimeno ha tutte le caratteristiche di una grande risorsa naturale che va rigorosamente tutelata e che va promossa per usi compatibili alla sua conservazione. Gli abitanti dei comuni del Trasimeno e gli umbri tutti hanno, pur tra mille difficoltà, saputo tutelare il loro lago le cui acque sono costantemente balneabili, le cui valli e le cui isole sono ambiti territoriali integri e quindi specchio di un passato millenario e tema per un presente idoneo a scoprire un rapportarsi nuovo dell'uomo con i suoi habitat.
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Parco regionale del Fiume Tevere
DOCUMENTI V.A.S. Studi tematici propedeutici alla redazione del Piano di gestione dell'Area Protetta (aggiornati al 21/10/2015).
Approvazione del Rapporto Preliminare del Parco regionale del Fiume Tevere D.G.R. n. 1501/2014
Allegato alla D.G.R. n. 1501/2014
Cartografia: Tevere_zoning vigente (32Mb) -Tevere_zoning_proposta (32Mb)
Territorio: Analisi Territoriale
Aspetti Faunistici e Vegetazionali: Vegetazione - Mammiferi - Uccelli - Anfibi_Rettili_Pesci_Invertebrati
Aspetti e risorse idriche: Relazione sistema idraulico - Allegato comune - Allegati Tevere 1 - 2 - 3
Analisi Socio-Economica: PPES
Marketing e Comunicazione: Piano Marketing - Schede interventi marketing comuni - Schede interventi marketing Tevere
Azioni per la gestione del cinghiale:
Piano di gestione cinghiale Parte I - Allegati Parte I: 1 - 2 - 3 - 4 - 5
Piano di gestione cinghiale Parte II - Allegati Parte II: 1 - 2 - 3 - 4
AVVISO PUBBLICO per la costituzione della Comunità del Parco: Avviso pubblico
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Il Fiume grande, con la sua storia. Nel medio corso il colle di Todi. Di seguito: le Gole del Forello, le rocche orvietane di Prodo e Titignano. Poi i Laghi di Corbara e di Alviano, insostituibile quest'ultimo quale punto di rifugio per la fauna ornitologica stanziale e migratoria.
Intorno grandi boschi intatti di querce e lecci e prossime al fiume le testimonianze archeologiche degli umbri, degli etruschi, dei romani; i castelli, o i loro ruderi, appartenuti ai condottieri di ventura.
Il Parco regionale comprende il fiume Tevere nel tratto medio-inferiore del suo corso in Umbria, dal ponte di Montemolino, che congiunge la sponda sinistra di Todi con quella destra di Montecastello Vibio, sino al limite sud del bacino di Alviano.
Il Parco comprende, oltre il fiume, territori significativi per caratteristiche ambientali, per testimonianze culturali, archeologiche, monumentali.
Il corso fluviale è stato modificato dallo sfruttamento idroelettrico, che ha portato alla formazione del lago di Corbara e del bacino di espansione di Alviano. Ma il fascino dei luoghi si è modificato, non cancellato: il Tevere segna ancora splendidamente il territorio dell' Umbria. La popolazione dell' area di gravitazione del Parco è di circa 19.000 abitanti. Il territorio agricolo varia dai fondovalle, con agricoltura intensiva, ai colli, su cui si coltivano vite e olivo, ai boschi delle quote alto-collinari e montane. Sul territorio del Parco sono insediate attività manifatturiere di nicchia ma di alta qualità.
Elevato è il livello dei servizi, delle strutture ricreative e ricettive. Una segnalazione particolare per la ristorazione: nel Parco del Tevere operano esercizi di livello elevato, segnalati dalle più importanti guide di settore, ed anche un riconosciuto "maestro" della cucina italiana.
Todi ed Orvieto sono le attestazioni urbane che caratterizzano il Parco con il loro patrimonio culturale e Todi, in particolare, è nel Parco con l'intero centro storico. Ma tutto il territorio del Parco è ricco di centri minori diffusi e dotati di testimonianze storiche e artistiche così da realizzare l'integrazione dell'ambiente naturale con l'ambiente culturale.
Per ulteriori info vai alla pagina dedicata nel sito PARCHIATTIVI
Parco regionale del Fiume Nera
DOCUMENTI V.A.S. Studi tematici propedeutici alla redazione del Piano di gestione dell'Area Protetta (aggiornati al 21/10/2015).
Approvazione del Rapporto Preliminare del Parco regionale del Fiume Nera D.G.R. n. 1498/2014
Allegato alla D.G.R. n. 1498/2014
Cartografia: Nera_zoning vigente (26,8Mb) -Nera_zoning_proposta (26,8Mb)
Territorio: Analisi Territoriale
Aspetti Faunistici e Vegetazionali: Vegetazione - Mammiferi - Uccelli - Anfibi_Rettili_Pesci_Invertebrati
Aspetti e risorse idriche: Relazione sistema idraulico - Allegato comune - Allegato Trasimeno
Analisi Socio-Economica: PPES
Marketing e Comunicazione: Piano Marketing - Schede interventi marketing comuni - Schede interventi marketing Nera
Azioni per la gestione del cinghiale:
Piano di gestione cinghiale Parte I - Allegati Parte I: 1 - 2 - 3 - 4 - 5
Piano di gestione cinghiale Parte II - Allegati Parte II: 1 - 2 - 3 - 4
AVVISO PUBBLICO per la costituzione della Comunità del Parco: Avviso pubblico
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E' il parco delle acque: i fiumi Velino e Nera, il lago di Piediluco, la cascata delle Marmore, le grandi centrali idroelettriche per le acciaierie di Terni. Lungo la valle fluviale i piccoli centri fortificati: Arrone, Ferentillo, Montefranco; i monasteri, le torri di guardia. E' il parco dello sport delle acque: il canottaggio, il rafting, la canoa. E' il parco dell'arrampicata libera: le rocce naturali, la grande palestra artificiale.
Il Parco fluviale comprende il fiume Nera nel tratto medio-inferiore del suo corso, dal confine con la Provincia di Terni alla confluenza con il Velino alla Cascata delle Marmore.
Il Parco comprende territori significativi per caratteristiche ambientali, per testimonianze culturali, archeologiche e monumentali.
Il corso fluviale è stato certamente modificato dallo sfruttamento idroelettrico che con il canale medio-Nera conduce parte delle risorse idriche direttamente al Lago di Piediluco e sicuramente influiscono sulla portata del Nera i prelievi per usi idropotabili effettuati alle sorgenti di Monte Sant' Angelo, ma la bassa Valnerina conserva ancora gran parte della sua bellezza paesaggistica.
La popolazione dell'area di gravitazione del Parco è di circa 9.000 abitanti. Il territorio di fondovalle è intensamente utilizzato con colture ortive, frutteti e vigneti, ma la caratterizzazione della valle è data dagli olivi, i cui impianti salgono fino al limite di coltivabilità.
Nel territorio del Parco, sono insediate attività manifatturiere, di cui le fondamentali impegnate nel settore alimentare.
Elevato è il livello dei servizi e delle strutture ricreative che, oltre alla vicina città di Terni, offrono i tre Comuni della valle. Diffuse e di qualità sono le strutture di ristorazione che valorizzano efficacemente i prodotti della zona: il pesce di fiume, l'olio d'oliva, i tartufi.
Il territorio del Parco è ricco di testimonianze storiche ed artistiche integrate completamente nell'ambiente. La chiostra dei monti, le gole e le forre perpendicolari alla valle sono di grande fascino e accessibilità, ma la caratterizzazione del Parco è data dalla idrografia: il corso del Nera con i suoi affluenti, la Cascata delle Marmore hanno evidenza tale da caratterizzare l'ambito quale "Parco delle acque".
Per ulteriori info vai alla pagina dedicata nel sito PARCHIATTIVI
S.T.I.N.A.
Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico Ambientale (S.T.I.N.A.)
DOCUMENTI V.A.S. Studi tematici propedeutici alla redazione del Piano di gestione dell'Area Protetta (aggiornati al 31/10/2015).
Approvazione del Rapporto Preliminare dello S.T.I.N.A. D.G.R. n. 1499/2014
Allegato alla D.G.R. n. 1499/2014
Cartografia: STINA_zoning vigente_1 (43,4Mb) - STINA_zoning vigente_2 (21,5Mb) - STINA_zoning proposta_1 (44,7Mb) - STINA_zoning proposta_2 (21,5Mb)
Territorio: Analisi Territoriale
Aspetti Faunistici e Vegetazionali: Vegetazione - Mammiferi - Uccelli - Anfibi_Rettili_Pesci_Invertebrati
Analisi Socio-Economica: PPES
Marketing e Comunicazione: Piano Marketing - Schede interventi marketing comuni - Schede interventi marketing Tevere
Azioni per la gestione del cinghiale:
Piano di gestione cinghiale Parte I - Allegati Parte I: 1 - 2 - 3 - 4 - 5
Piano di gestione cinghiale Parte II - Allegati Parte II: 1 - 2 - 3 - 4
AVVISO PUBBLICO per la costituzione della Comunità del Parco: Avviso pubblico
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Comprende tre aree naturali protette separate tra loro, ma tutte ricadenti nel più ampio Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico Ambientale.
L'area più vasta è quella di Selva di Meana di 3.030 ha, segue poi quella dell'Elmo-Melonta di 1.251 ha, molto interessante sotto il profilo floristico-vegetazionale ed infine l'area protetta di San Venanzo di 126 ha, che comprende una zona nella quale permangono evidenti tracce di vulcanismo, attivo fino a 265.000 anni fa.
L'ambiente è caratterizzato da cerrete montane che si alternano a estese pinete. Sono presenti anche numerose testimonianze paleontologiche, tra le quali il giacimento preistorico del M. Peglia, di 7.000 anni.
Il Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico e Ambientale (S.T.I.N.A.) del monte Peglia-Selva di Meana, è costituito da tre diverse ed importanti Aree Naturali Protette:
- "Selva di Meana-Allerona"
- "Bosco della Melonta"
- "San Venanzo".
L'area, all'interno della regione Umbria, si trova in posizione centro-occidentale e nel suo insieme, comprende gran parte del territorio proprio della Comunità Montana "Monte Peglia e Selva di Meana".
Le attività umane sono in massima parte incentrate sull'agricoltura, condotta quasi esclusivamente in maniera non intensiva, sulla selvicoltura e sull'allevamento, mentre le produzioni di tipo industriale, pur se presenti, sono concentrate in massima parte alla periferia dei maggiori centri urbani che ricadono all'interno del suo territorio: Allerona, Ficulle, Castel Viscardo, Monte Rubiaglio, Parrano, San Venanzo.
Importanti sono anche le produzioni artigianali quali le terrecotte artistiche di Ficulle ed i mattoni in cotto di Castel Viscardo, e la vastissima produzione di prodotti alimentari tradizionali e biologici.
Il patrimonio naturalistico ed ambientale di questo territorio è tra i più vasti ed articolati dell'Umbria e dell'intera Italia centrale, spaziando dai valori più propriamente naturalistici (vegetazione fauna) ai suoi importanti giacimenti paleontologici, geologici, preistorici, archeologici e storici.
L'area è facilmente raggiungibile sia utilizzando l'adiacente tracciato della E45 (S.S. 3 bis) dalla quale si arriva a S. Venanzo, sia utilizzando l'asse viario dell' "Autosole", sia tramite la ferrovia, che collega tutta l'Italia con l'area dell'Orvietano.
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